I tassi monetari delle banche centrali incombono sull’economia
COSA ACCADE
La californiana PacWest Bancorp si aggiunge alla lista dei fallimenti bancari americani del 2023. Il 4 Maggio il prezzo è crollato del 50,6% a $ 3,37 costringendo la banca a cercare soluzioni straordinarie di subentro di partner esterni (sul modello First Republic).
Come già accaduto alla Silicon Valley Bank, alla Silver Gate, alla Signature, ed alla First Republic, solo per citare le più importanti, gli istituti vengono presi di mira da ondate di ritiro di risparmi che non riescono a fronteggiare.
Quello che sembrava essere un caso isolato relativo alla Silicon Valley – si parlò di errore del management per non aver coperto il rischio tasso – sembra essere invece un fatto sistemico. Tant’è che nel suo discorso sulla decisione dei tassi, Jerome Powell ha dovuto esordire proprio parlando dei fallimenti bancari, e rassicurando che la FED è sul pezzo. Ma non ha convinto…
COSA ASPETTARCI
Il sistema bancario sta subendo lo spostamento dei depositi dai conti di risparmio a basso rendimento ai mercati monetari che ora offrono oltre il 5% in dollari ed oltre il 3% in euro (notare che gli Eurobond sono AAA-rated, quindi di fatto meno rischiosi dei depositi bancari).
Ogni aumento dei tassi della Fed e della BCE peggiora la situazione ed il deflusso di depositi sta causando una contrazione del credito. Poiché le banche rallentano i prestiti, l’economia entrerà in recessione essendo il credito il fattore primario di liquidità per il sistema economico.
I futures sui tassi Fed indicano che la FED manterrà i tassi alti fino alla fine del 2023 e solo nel 2024 inizierà a tagliarli per un totale di -2% entro il 2025. Nulla di tutto ciò va incontro alle esigenze dell’economia reale e certamente non a quelle del mercato azionario, che resta quindi sopravvalutato.