L’inflazione non molla

Più che raddoppia il costo dei trasporti internazionali

COSA ACCADE
I conflitti regionali stanno creando una situazione parcellizzata di difficoltà nei trasporti e strozzature nella distribuzione i cui effetti
sono paragonabili al lockdown di epica Covid.
Bank of America ha pubblicato il dato sul costo medio delle tariffe di trasporto internazionale (“freight rates”), che mostra una crescita del +120% nelle ultime 6 settimane. Si tratta di un carburante formidabile per l’inflazione, date le “strozzature” che induce nelle catene di distribuzione.
Mar Rosso, Mar Nero, Taiwan e Panama sono alcuni dei “corridoi” di merci e tecnologie oggetto di conflitti armati o di elevate tensioni geopolitiche o problemi strutturali che potrebbero bloccare o rallentare i commerci.
Vari scenari sono possibili ma dipendono maggiormente da decisione politiche, quindi imponderabili, piuttosto che da fatti economici.

COSA ASPETTARCI
Il mercato si aspetta un taglio dei tassi USA ad ogni riunione FED a partire da Marzo 2024, e non meno di due tagli da parte della BCE già nel primo semestre dell’anno in corso. Questo è quello che è scontato nei prezzi.
Ci sembra tutto molto ottimistico. A dicembre, l’inflazione USA mese-su-mese è aumentata e i dati europei confermano l’assenza dell’ulteriore discesa nelle proporzioni attese dal mercato.
Dunque, al primo dato deludente sulla crescita dei prezzi le borse reagiranno molto male, dovendo rettificare le aspettative sui tagli dei tassi. Ribadiamo, quindi, che il rischio di ribasso appare molto più consistente della probabilità di un ulteriore rialzo dei prezzi delle azioni.
Di questo gioco potrebbero avvantaggiarsi le valute rifugio (CHF e YEN) e i metalli preziosi, posto che il petrolio è pronto a saltare su
qualsiasi ulteriore escalation delle crisi in corso.

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