Nel breve termine è la liquidità della Fed a sostenere le azioni
WAS GESCHIEHT
Dal 2008 al 2021 il bilancio della FED si è decuplicato passando da $900 a $8.600 mld (vedi grafico). Nello stesso periodo, l’indice S&P500 è passato da 900 a 4800. Dunque, la metà della liquidità della FED è andata nel mercato azionario. A partire da inizio 2022 il grafico mostra un declino di liquidità che infatti corrisponde alla correzione dell’azionario durante il 2022. Quindi, la FED ha un forte impatto sui prezzi delle azioni.
WAS ZU ERWARTEN IST
I fallimenti bancari del mese scorso hanno costretto le banche centrali a riaprire i rubinetti e sospendere l’aumento dei tassi. Di fatto, ciò ha introdotto nuova liquidità nel sistema bancario ed ha diffuso un sentimento di fiducia tra gli operatori che per le prossime settimane potrebbe alimentare il rimbalzo in atto delle quotazioni azionarie.
Tuttavia, similmente a quanto accadde nella prima metà di Gennaio 2023, è molto probabile che si tratti di un ciclo di breve durata, a causa soprattutto del sopraggiungere della recessione. Ai prezzi di oggi, il rapporto tra quotazioni azionarie e fatturato di Wall Street è ancora pari a quello del 2008, quindi per niente basso.
Molta attenzione va posta invece ai metalli preziosi. Se l’oro conferma chiusure sopra a 2100, potrebbe segnare nuovi massimi inediti e importanti entro la fine dell’anno. Il platino, dal canto suo, potrebbe riportarsi sopra all’oro.