FED e BCE continuano sui tassi
WAS GESCHIEHT
Jerome Powell della FED ha detto che l’inflazione è ancora troppo alta e non esclude che ulteriori aumenti dei tassi saranno necessari. Ha aggiunto che nonostante gli 11 aumenti dei tassi degli ultimi 18 mesi, l’economia americana non sembra ancora mostrare segni di indebolimento convincenti.
Sulla stessa falsa-riga, Lagarde della BCE ha detto che la politica monetaria resterà restrittiva finché necessario.
Dunque, tra i due mali, la ripresa dell’inflazione e la recessione, i due banchieri sembrano non aver dubbi, ma fino a quanto consentiranno all’economia di indebolirsi è difficile dirlo. Di certo, l’autunno alle porte e l’alleanza BRICS+OPEC soffieranno sui prezzi dei prodotti energetici e gli aumenti dei tassi operati sinora potrebbero essere insufficienti. Ma FED e BCE non intendono cambiare strategia.
WAS ZU ERWARTEN IST
La procrastinata restrizione della politica monetaria rende ormai certo lo scenario recessivo, sia per l’Europa – già per metà in recessione tecnica – che per gli USA.
Tassi alti e prospettive di recessione sono nemiche dell’azionario, in generale, con eccezione per i comparti che stanno dimostrando decorrelazione dal ciclo. In primis certamente i tecnologici, tra i quali sono soprattutto i produttori di chip a padroneggiare.
Ma una eventuale ripresa dell’inflazione potrebbe spingere in alto anche i tassi a lungo termine, causando perdite all’obbligazionario di lunga durata.
E’ consigliabile, dunque, molta selettività nella scelta delle azioni, concentrazione su obbligazioni di breve termine (meno di 5 anni) e diversificazione verso assets-rifugio come oro, BOT e franco svizzero.