THE STRUCTURAL CRISIS OF THE EURO

Nelle ultime settimane l’Euro è sceso più volte sotto la parità col dollaro, non accadeva dal 2002, ed ha toccato minimi storici anche verso il franco svizzero.

Quel valore di “0.99” del cambio euro/dollaro ci riporta a 20 anni fa, l’ultima volta che l’euro valse 1 dollaro per poi spiccare un volo durato 20 anni, un volo però giocato sulle spalle dell’economia reale, della crescita economica, dell’industrializzazione e del benessere generale della popolazione, visti i fondamentali macroeconomici che caratterizzano Paesi chiave come Italia, Spagna e Francia.

Ci sono stati diversi momenti nei quali si poteva pensare ad una svalutazione “pilotata” dell’Euro, e a certe condizioni poteva anche rappresentare un’opportunità di rilancio dell’economia continentale.
Ma crollare davanti al dollaro negli stessi mesi nei quali gas e petrolio – pagati in dollari – toccano i massimi storici vuol dire condannare famiglie e imprese europee a pagare un prezzo doppio: quello della speculazione e quello della svalutazione.

E’ la conferma che non solo la politica monetaria della BCE non ha voluto perseguire obiettivi sociali (come fa ad esempio la FED americana), ma che non ha neanche saputo risolvere gli squilibri interni dell’Eurozona, gli stessi che oggi impediscono di fronteggiare lo strapotere del dollaro.

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