La BCE relève à nouveau ses taux

Fallimenti bancari e prospettive recessive non fermano la BCE

CE QUI SE PRODUIT
Il caso Credit Suisse nulla c’entra con le turbolenze del sistema bancario internazionale e la sua risoluzione consente di riportare il focus sui problemi strutturali: il sistema bancario è seduto su ingenti perdite non realizzate dovute al crollo dei prezzi delle obbligazioni, a sua volta conseguenza del forsennato aumento dei tassi da parte delle banche centrali degli ultimi 12 mesi. Il caso della Silicon Valley Bank è quello che deve preoccupare.
A ciò va aggiunto che l’inflazione europea non accenna a scendere ed il PIL dell’Eurozona va in recessione (Germania in testa). Ma la BCE fa finta di niente e la scorsa settimana ha aumentato i tassi di un ulteriore +0.50%.
Il mercato azionario non è crollato solo perché aveva giù perso oltre il 6% nei due giorni precedenti, cioè dopo la Silicon Valley Bank. Ma è evidente che c’è un ubriaco al volante…

À QUOI S'ATTENDRE
Mercoledì prossimo Jerome Powell (FED) dovrà rompere il silenzio e dire cosa intende fare su alcuni aspetti di importanza vitale. Tra questi, come la FED gestirà la prossima crisi bancaria e dimostrare di padroneggiare gli effetti di un salvataggio bancario. L’intervento sulla Silicon Valley Bank ha infatti rimandato molti nodi ma ha anche aumentato pericolosamente la propensione al rischio, il cd. “azzardo morale”.
Purtroppo per lui, qualsiasi cosà dirà rischia di sbagliare e di grosso. Se ammetterà di aver esagerato con i tassi perderà credibilità. Se invece tirerà dritto confermando la linea dura potrebbe causare un tracollo azionario ed un’accelerazione della recessione. Le voci critiche contro Powell stanno crescendo.
Mai come in questi giorni è consigliabile un approccio neutrale al mercato, in attesa di capire le prossime mosse dei banchieri centrali.

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