Nuovi tagli alla produzione di petrolio sospingono i prezzi
CE QUI SE PRODUIT
L’OPEC+, che include anche la Russia, si è riunita la scorsa Domenica a Vienna ed ha deciso nuove misure di contenimento della produzione di petrolio e quindi di sostenimento dei prezzi.
Tra questi, l’Arabia Saudita ha annunciato la riduzione volontaria di 1 milione di barili al giorno fino a fine Giugno, che rappresenta circa il 2,5% dell’offerta totale, ma – cosa ancor più importante – ha detto che da Luglio in avanti si comporterà a seconda delle circostanze e, quindi, taglierà di nuovo la produzione se il prezzo del petrolio dovesse risultare particolarmente basso.
Il Ministro delle Finanze saudita aveva detto che $80 a barile è un prezzo minimo irrinunciabile per il Paese e aveva ammonito gli speculatori di non vendere allo scoperto il petrolio puntando sul ribasso del prezzo.
À QUOI S'ATTENDRE
Riferendosi ai dati americani, alcuni economisti hanno prodotto evidenze empiriche relative al rapporto tra ciclo borsistico e struttura dei tassi.
Essi hanno riscontrato che il mercato azionario non avvia un nuovo ciclo di ripresa fino a quando il differenziale tra tasso decennale e tasso a due anni non torna positivo e supera almeno la soglia di +1,40%.
Siccome i tassi guardano al futuro, questo ritorno della curva dei tassi ad una struttura crescente per scadenze potrebbe avvenire anche durante la fase recessiva nella misura in cui gli operatori di mercato intravedono uno spiraglio di ripresa economica.
Tutto ciò ci offre una diversa angolatura per ritenere ancora prematuro tornare ad investire in maniera generalizzata negli indici azionari.